Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 17 febbraio 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

 

Insonnia associata a dolore cronico: individuato un processo causale. Oltre il 50% dei pazienti affetti da dolore cronico soffre di insonnia. Ya-Dong Li e colleghi hanno identificato la patogenesi del sintomo nell’aumentata attività dei neuroni eccitatori della corteccia cingolata anteriore in presenza di sofferenza algica di lunga durata: questi neuroni, attraverso le loro proiezioni allo striato dorso-mediale, governano con precisione l’insonnia da dolore cronico. L’effetto è possibile per l’accresciuta plasticità dei neuroni spinosi medi positivi al recettore D1 della dopamina. [Cfr. Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2024.01.014, February 13, 2024].

 

Glioblastoma: AAA237, un inibitore di Skp2, è candidato a nuovo farmaco efficace. Il glioblastoma (GBM) è la neoplasia cerebrale più frequente e con la peggiore prognosi; la temozolomide, il principale farmaco standard, genera resistenza. Il composto AAA237, un inibitore dell’oncogene Skp2, si è rivelato in grado di inibire la formazione delle colonie, la migrazione e l’invasione delle cellule GBM con efficacia dose-dipendente. Agisce accrescendo l’espressione dell’hub gene BNIP3 e l’autofagia BNIP3-dipendente, mediante la via mTOR. Si spera non tradisca le attese nella sperimentazione clinica. [Cfr. Cancer Cell Int. 24 (1): 69, Feb 10, 2024].

 

Il neuroimaging in psichiatria dovrebbe essere impiegato di routine. Dopo un periodo di vasto impiego in psichiatria del neuroimaging, e particolarmente della MRI (magnetic resonance imaging) e della fMRI, oggi si assiste a un ricorso limitato al rilievo di biomarkers a scopo diagnostico, soprattutto a causa di variazioni individuali che spesso hanno reso deludente, ambiguo o poco significativo l’esito dell’indagine. David Roalf e colleghi hanno dimostrato la rilevanza dell’uso della diagnostica per immagini individuale nel paziente psichiatrico. Ad esempio, la MRI ultra-high field consente una misura sensibile dei processi metabolici, permettendo di caratterizzare il profilo di attività nei pazienti bipolari e la risposta al trattamento in molti disturbi; un altro impiego di grande utilità è in tutti i casi sottoposti a trattamento con stimolazione magnetica transcranica. Roalf e colleghi sottolineano che un più ampio impiego permetterebbe di creare vasti repertori di campionamento, il cui studio potrebbe portare a una migliore definizione dei limiti tra fisiologia e patologia. [Cfr. Translational Psychiatry 14 (1): 87, Feb 10, 2024].

 

Il fumo altera l’immunità adattativa con effetti fino a 10-15 anni dopo aver smesso. Violaine Saint-André e colleghi con il Milieu Interieur Consortium hanno indagato 136 variabili, identificando il fumo, le infezioni latenti da citomegalovirus e l’indice di massa corporea quali principali responsabili delle alterazioni della risposta citochinica. In particolare, attraverso la metilazione del DNA, gli effetti negativi del fumo sono stati rilevati ancora 10-15 anni dopo che i volontari studiati avevano smesso di fumare. Questi dati confermano l’importanza degli interventi psicoterapeutici per far cessare di fumare. [Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-023-06968-8, 2024].

 

Introduzione dei Large Language Models (LLM) nelle neuroscienze: pro e contro. I Large Language Models (LLM) costituiscono una nuova classe di asset nel panorama del machine-learning (ML). Danilo Bzdok e colleghi presentano le ragioni per cui gli LLM possono vantaggiosamente sostituire il modo tradizionale di formulare i quesiti sperimentali: 1) arricchiscono i set di dati neuroscientifici aggiungendo valide meta-informazioni (text-sentiment, ecc.); 2) sintetizzano efficacemente vaste fonti di informazioni; 3) consentono fusioni considerate impensabili di fonti di informazioni disparate e rilevanti per il cervello; 4) aiutano a dipanare nodi problematici per stabilire quali concetti cognitivi afferrino in modo più appropriato i fenomeni del cervello.

Gli attuali LLM sono sottoposti a training con più testi di quanti un essere umano potrebbe leggere in migliaia di vite, e questa qualità da sola basterebbe per disporne l’introduzione immediata nelle procedure di formulazione dei nuovi obiettivi di ricerca. Un’obiezione è stata sollevata dal nostro presidente: questo modo di specializzare gli LLM li rende massimamente esperti ed efficienti circa ciò che prevale nello scibile umano, che non necessariamente corrisponde ai modi delle “ragioni biologiche” ancora ignote e operanti nel determinare l’organizzazione funzionale del nostro cervello. [Cfr. Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2024.01.016, February 09, 2024].

 

Aumentano gli attacchi mortali degli squali all’uomo: cambiamento comportamentale? Lo stile comportamentale delle specie animali, inclusi gli squali, è largamente determinato da pattern cerebrali specie-specifici conservati attraverso le generazioni per millenni; i cambiamenti sporadici o locali registrati dagli etologi costituiscono delle eccezioni, verosimilmente dovute a variazioni geniche o a reazioni a mutate condizioni ambientali che non influiscono sullo standard della specie. Ma per gli squali, da molto tempo, si è ipotizzata la possibilità di un cambiamento epocale; per questa ragione esiste presso l’Università della Florida una banca dati universale che raccoglie documenti e informazioni annuali sugli attacchi degli squali all’uomo, rilevati nelle acque di tutto il pianeta: lo Shark Attack File o ISAF. L’elaborazione di tutti i dati rilevati dalle documentazioni video, fino al 31 dicembre del 2023, ha evidenziato un esito che sembra confermare l’ipotesi di un globale aumento del comportamento aggressivo con rischio mortale per l’uomo.

Nel 2023 sono documentati 69 attacchi non provocati, rispetto alla media stabile di 63 all’anno; ma gli attacchi mortali sono stati 10, rispetto ai 5 del 2022. Il 22% si è verificato in Australia, dove si è registrato il 40% delle aggressioni fatali. Le altre morti da squali dello scorso anno sono così distribuite: due negli USA e una rispettivamente alle Bahamas, in Egitto, in Messico e in Nuova Caledonia. Sono invece sopravvissute le vittime in Costa Rica, Colombia, Brasile, Nuova Zelanda, Seychelles, Isole Turks e Caicos, Ecuador in Galapagos e Sud Africa.

Gavin Naylor, direttore del programma di ricerca sugli squali del Florida Museum of Natural History, ha rilevato che, se il numero degli attacchi non è lontano dalla media, è invece un po’ preoccupante l’aumento delle aggressioni mortali.

Per accertare un eventuale reale cambiamento sarà necessario studiare in chiave neuroscientifica il comportamento, anche se non sono in questione mutamenti qualitativi inequivocabili, come quelli che abbiamo riportato di recente per le orche (Orcinus orca) in qualità di predatori marini apicali (v. Note e Notizie 04-11-23 Notule: Orribili e stupefacenti: i nuovi comportamenti delle Orche fanno riflettere). [Fonte: Florida Museum of Natural History, 2024].

 

Le capre sono in grado di distinguere nella voce umana la rabbia dalla gioia. La sensibilità alla qualità emozionale della voce umana e la capacità di distinguere tra angry-sounding voice e happy sounding voice da parte del cervello delle capre sono attribuite, dal professor Alan McElligott e dal team della City University di Hong Kong, al plurimillenario rapporto tra le due specie che risale ad epoca preistorica. McElligott e colleghi hanno pubblicato su Animal Behavior la prima dimostrazione della capacità degli ovini di riconoscere ira e gioia nella voce dal solo input acustico.

[Fonte: City University Hong Kong e Mason M. A. et al., Animal Behavior, Feb. 2024].

In proposito, ricordiamo che la scorsa settimana abbiamo smentito un messaggio pubblicitario che dice addirittura che “la scienza” non può distinguere tra rabbia e felicità urlate. Per comodità del lettore riportiamo qui di seguito il contenuto della “Notula” del 10-02-24:

Non è vero ciò che ripete ossessivamente una pubblicità televisiva, ossia che “per la scienza è impossibile distinguere un urlo di rabbia da un urlo di felicità”. È assolutamente falso. Se è possibile che ciascuno di noi, a un semplice ascolto, possa avere difficoltà in alcuni casi a distinguere le due opposte emozioni in una vociferazione spontanea, l’analisi dello spettrogramma acustico di un urlo offre elementi diacritici ben distinti. Semplificando, si può spiegare così la differenza ad un ascolto attento: le frequenze sonore dell’urlo di gioia sono più prossime a quelle della voce cantata, quelle dell’urlo di rabbia sono più prossime a quelle di un ruggito. [BM&L-Italia, febbraio 2024].

 

La depressione di un re arcaico in che rapporto è con il furto dei tendini di Zeus? Molte trame della mitologia greca si sono sviluppate nel tempo a partire da eventi ritenuti impressionanti, significativi e degni di essere diffusi e tramandati allo scopo di conservare la memoria di un fatto o trasmettere un insegnamento di esperienza, attraverso racconti esemplari, apologhi e altre tecniche di narrazione, tipicamente associati a una struttura creativa iperbolica, elevata al di sopra della comune esperienza umana e arricchita di spunti tipici del “pensiero magico”, allo scopo di ottenere l’effetto di colpire l’ascoltatore. Per secoli i miti sono stati una tradizione orale e, in questo modo, hanno costituito una memoria collettiva soggetta a variazioni ad ogni generazione e, potenzialmente, con ogni nuovo “interprete del copione” da recitare in famiglia e fra amici. La mitologia greca classica, così come la conosciamo noi, è invece un sofisticato prodotto letterario al servizio delle intenzioni religiose, poetiche, filosofiche o politiche dei suoi interpreti. Lo studio degli antichi greci in chiave antropologica, avviato dall’antichistica francese portata in Italia da Mario Vegetti e tanti altri, ha consentito di risalire ad alcune tracce concettuali arcaiche per ogni storia degli dei dell’Olimpo: in origine vi erano delle vicende vissute da sovrani, potenti o persone che per varie ragioni avevano acquisito notorietà.

Al nostro seminario sull’Arte del Vivere è stato presentato il caso di un sovrano di epoca arcaica, che era caduto in depressione perché i suoi nemici lo avevano privato di ogni risorsa e mezzo di locomozione, impedendogli di agire, comunicare ed esercitare le funzioni tipiche del suo ruolo sociale. Secondo supposizioni e inferenze condivise, questo re primordiale ottenne un aiuto che gli consentì di uscire dall’impasse che lo aveva fatto precipitare in quello stato di inibizione, avvilimento, debolezza, rassegnazione, rinuncia e totale immobilità mentale.

Dopo il periodo arcaico, ecco cosa diventa in epoca classica questa traccia scritta e in precedenza tramandata a voce.

Tifone, la più raccapricciante delle creature mai viste, nata nella grotta di Cilicia dalla copula di Gea, la madre Terra, con Tartaro, la personificazione dell’oltretomba, ha dichiarato guerra a Zeus, il re degli dei. Il mostro Tifone era costituito da un groviglio di serpenti, ciascuno con una sibilante lingua nera, una testa d’asino, con occhi emettenti fiamme, e varie altre teste, dalla cui bocca uscivano muggiti di toro, sibili di serpenti e latrati di cani. Questo essere inquietante coglie Zeus di sorpresa, nel sonno, gli recide tutti i tendini, li porta via con sé e li nasconde nella sua grotta in Cilicia. Senza i tendini, Zeus non può più fare nulla e, soprattutto, non può reagire a Tifone. Allora il re degli dei chiede aiuto a un dio furfante, Ermes, protettore di ladri e mercanti, che da bambino aveva rubato una mandria di vacche ad Apollo, facendo poi lo gnorri e fingendo di essere troppo piccolo per conoscere il significato della parola “mucca”. Ermes non teme Tifone perché è aduso a frequentare simili creature, in quanto cura il trasporto di persone defunte fino a Caronte, che le inoltra come anime nel buio del Tartaro. Dunque, il dio furfante detto Psychopompos per questa attività e che, proprio per questo motivo, era già stato inviato da Zeus a negoziare con Ade la restituzione di Persefone, si mette alla ricerca dei tendini tagliati e trafugati da Tifone. Con uno stratagemma, costringe Egipan a cercarli nella grotta della Cilicia e, trovatili, induce il serpente Delfine, posto a custodia dei tendini rubati, a restituirli.

Dunque possiamo facilmente ricostruire l’accaduto: il sovrano arcaico aveva subito il furto di tutti i suoi cavalli (tendini) da parte di un capo di un popolo barbaro confinante (Tifone) e allora aveva chiesto la mediazione di un importante furfante (Ermes), ladro di bestiame e in affari con i barbari, il quale aveva ricattato un intermediario dei loro traffici illeciti (Egipan) perché gli rivelasse il nascondiglio dei cavalli e corrompesse il custode (Delfine), affinché glieli lasciasse recuperare.

I “tendini di Zeus” dovevano essere, in origine, i cavalli del sovrano arcaico, il quale, dopo essere ritornato in possesso dei suoi mezzi di comunicazione[1], aveva avuto modo di riprendere la sua vita ordinaria e farla riprendere alla sua corte e, presumibilmente, al suo esercito, traendone giovamento psicofisico, in una ristabilita condizione fisiologica che può aver favorito il recupero della salute psichica. [BM&L-Italia, febbraio 2024].

 

Notule

BM&L-17 febbraio 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Ricordiamo che, dall’antichità al Novecento, l’espressione “mezzi di comunicazione” voleva dire “mezzi di trasporto”.